Io e il mio schiavo Giuseppe

Mi sveglio eccitata, l’anticipazione della notte che mi aspetta mi fa tremare. È venerdì, il giorno in cui il mio amante, Giuseppe viene a  a soddisfare i miei desideri più oscuri. Oggi, voglio esplorare un nuovo territorio, il mondo del bondage, dove la mia dominazione e il suo piacere si fondono in un’unica intensa esperienza.

“Ciao Monica,” la sua voce è un sussurro rispettoso. Non vedevo l’ora di vederti e passare una bella serata con te.

Gli sorrido, un sorriso di sfida e desiderio. “Questa notte, Giuseppe, esplorerai il mio piacere. Devi obbedire ai miei comandi, deve essere il mio schiavo.

I suoi occhi si illuminano, una scintilla di eccitazione. “Come desidera, Signora.”

“In ginocchio, Giuseppe,” comando, la mia voce ferma e sicura. “Voglio che tu sia pronto per me, che tu accetti la mia dominazione.”

Obbedisce senza esitare, i suoi muscoli tesi di anticipazione. Gli occhi fissi su di me, mentre lo lego con cura, usando corde di seta nera. La sua pelle nuda risplende sotto la luce soffusa, i suoi muscoli si contraggono quando la corda avvolge il suo corpo, restringendo la sua libertà.

“Così bello, Giuseppe,” sussurro, accarezzando la sua pelle con la punta delle dita. “Il tuo corpo è una tela, e io sono l’artista che lo dipinge con il piacere.”

Le sue mani sono legate dietro la schiena, i suoi polsi uniti da una corda morbida. Le sue gambe sono aperte, legate ai polpacci, esponendo il suo sesso, duro e pronto. Il suo petto è nudo, i capezzoli duri sotto la mia carezza.

“Senti il tuo desiderio, Giuseppe?” chiedo, la mia voce è una carezza sensuale. “Voglio che tu lo riconosca, che tu lo abbracci, che tu lo lasci crescere.”

La mia mano scende, accarezzando il suo membro eretto, sentendo la sua pulsazione sotto la mia presa. Lo strofino, lo accarezzo, lo stimolo, guardando i suoi occhi riempirsi di piacere.

“Per favore, Signora,” geme, il suo corpo si contorce. “Più forte, più in profondità. Sento il tuo potere, il tuo controllo.”

La mia mano stringe, la mia presa diventa più ferma, più dominante. Le sue gambe tremano, il suo corpo è una statua di desiderio, la sua voce si rompe in gemiti di piacere.

“Sì, Giuseppe,” gemo, il mio corpo risponde al suo. “Più… più forte. Voglio sentirti cedere, sentirti mio.”

La mia mano libera si muove, accarezzando il suo corpo, esplorando ogni curva, ogni muscolo. Le mie dita sfiorano i suoi capezzoli, li pizzicano, provocando scosse di piacere. La mia bocca si unisce al gioco, i miei baci scendono lungo il suo corpo, lasciando una scia di fuoco.

“Ah, Signora,” geme, il suo piacere è palpabile. “Non smettere, ti prego. Sono tuo, completamente tuo.”

La mia bocca raggiunge il suo membro, lo prende, lo accarezza con le labbra, la lingua, i denti. Lo gusto, lo assaporo, lo faccio impazzire di piacere. Le mie mani continuano a esplorare il suo corpo, toccando, accarezzando, stimolando. Il suo corpo è una sinfonia di gemiti e sospiri, una melodia di piacere che riempie la stanza.

Lo guido sul letto, le sue mani legate, il suo corpo è mio da esplorare. Mi sdraio sopra di lui, il mio sesso esposto al suo sguardo affamato.

“Guardami, Giuseppe,” comando, la mia voce ferma e sensuale. “Voglio che tu veda il mio piacere, che tu lo assapori, che tu lo adori.”

La mia mano scende, accarezzando le mie curve, toccando la mia intimità, già umida e pronta. Le sue pupille si dilatano, il desiderio è evidente.

“Vieni qui, Giuseppe,” sussurro, invitandolo con il mio sguardo. “Voglio che tu assapori il mio piacere, che tu mi porti all’estasi con la tua lingua.”

Obbedisce senza esitare, i suoi muscoli tesi di anticipazione. La sua lingua è calda e morbida, i suoi baci esplorano le mie cosce, scendendo lentamente, un percorso di fuoco verso il mio centro di piacere.

“Ah… sì, lì,” gemo, guidandolo con la mia mano. “Lì, dove il piacere è più intenso, dove voglio sentirti.”

La sua lingua danza, i suoi denti affondano delicatamente, le sue labbra mi circondano, stimolando il mio clitoride, mandandomi onde di piacere. I miei gemiti riempiono la stanza, una melodia di desiderio.

“Sì, Giuseppe, più… più forte,” gemo, il mio corpo si contorce di piacere. “Il tuo tocco è fuoco, la tua lingua è magia.”

La sua bocca continua il suo lavoro, i suoi baci e le sue carezze mi mandano in estasi. Il mio corpo è una sinfonia di piacere, ogni tocco, ogni movimento è un’onda di sensazioni.

“Ah… Signora, sto impazzendo,” geme, il suo piacere è evidente. “Il tuo sapore, il tuo profumo, mi stanno facendo impazzire.”

Raggiungo il culmine, il mio corpo trema, un’onda di piacere mi travolge. Il suo nome è un gemito, una preghiera di estasi.

“Ora, Giuseppe,” comando, la mia voce roca di passione. “È il tuo turno di provare il mio piacere. Posiziona il tuo membro, lentamente, dentro di me.”

Obbedisce, il suo membro duro e pulsante tocca la mia intimità, pronto a penetrare.

“Sì, qui,” sussurro, guidandolo dentro di me. “Più forte, più in profondità. Sento il tuo piacere, la tua devozione.”

La sua penetrazione è lenta e sensuale, ogni spinta è un movimento deliberato, un’offerta di piacere. Il suo membro riempie il mio corpo, una sensazione intensa che ci unisce.

“Ah… sì, più, più forte,” gemo, cavalcandolo con passione. “Il tuo membro è mio, il tuo piacere è il mio comando.”

La nostra danza diventa più intensa, i nostri corpi sudati e intrecciati, uniti in un ritmo perfetto. La sua penetrazione è profonda, ogni spinta colpisce il mio punto più sensibile, mandandomi oltre il limite del piacere.

“Insieme, Giuseppe,” gemo, la mia voce si rompe. In quel momento, i nostri corpi si fondono, un’esplosione di piacere che ci avvolge, ci consuma, ci unisce in un’estasi condivisa. I nostri gemiti si uniscono in un canto di estasi, mentre i nostri corpi sudati e intrecciati diventano uno, legati in un piacere senza fine.

Il bondage, un gioco di potere e piacere, è diventato il nostro campo di gioco, dove io, la padrona, guido il mio schiavo verso estasi inimmaginabili. Attraverso questa esperienza, scopro la mia dominazione e il mio piacere, mentre Giuseppe, il mio devoto schiavo, trova la sua liberazione nella resa e nel servizio.

Scritto da: Monica

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